1) Come nasce il Cammino di San Vicinio e quale tipo di esperienza si propone di offrire?
Il Cammino di San Vicinio nasce durante la celebrazione del millenario della Cattedrale di Sarsina, celebratosi tra marzo 2008 e maggio 2009. Da un’idea congiunta degli amministratori locali e don Gabriele Foschi, allora delegato vescovile per la Concattedrale di Sarsina, decisero che un Cammino dedicato a San Vicinio avrebbe mantenuto vivo nel tempo e rafforzato la memoria del Santo taumaturgo e primo Vescovo della città plautina.
2) Quali le tappe più suggestive del Cammino? Qualè la lunghezza complessiva del percorso?
Si tratta di un percorso ad anello lungo poco più di 300 km che parte da Sarsina e a Sarsina, in piazza Plauto, si conclude. E’ suddiviso in 14 tappe che si snodano lungo l’appennino Tosco-romagnolo. Le soste di interesse religioso, oltre che storico, sono di notevole importanza. Lungo il percorso si incontrano luoghi simbolo della fede, per citarne alcuni: la Cattedrale di Sarsina, l’Eremo di Camaldoli, il Santuario de La Verna, l’Eremo di Sant’Alberico, l’Abbazia del Monte di Cesena, la Pieve di Montesorbo. Ma tanti sono anchegli oratori e le maestà sparse lungo il Cammino, enormemente apprezzati dai tanti pellegrini.
I paesaggi mozzafiato che si possono apprezzare dalle colline romagnole con le sue rocche e castelli, il mare in lontananza e le foreste vetuste del Parco delle Foreste Casentinesi appagano l’occhio e lo spirito di ogni viandante. I borghi, l’arte e la cultura culinaria delle nostre terre completano e soddisfano gli amanti del turismo lento che decidono di mettersi in cammino percorrendo mulattieri e sentieri, a piedi o in bicicletta.
3) Qual è l'importanza di San Vicinio nella religiosità dell'Appennino? Quale rapporto c'è fra la spiritualità ed il Cammino?
San Vicinio arriva a Sarsina dalla Liguria intorno al V secolo d.c. e trascorre la sua esistenza terrena principalmente tra Sarsina e le colline circostanti predicando il Vangelo, praticando la povertà, pregando, vegliando e digiunando. Fu ordinato vescovo e svolse il ministero episcopale in particolare per liberare con la preghiera e con il digiuno gli infelici oppressi da influssi demoniaci. I sarsinati sono molto devoti al loro santo Patrono, ma la sua fama di taumaturgo e scacciadiavoli ha varcato i confini locali e tanti sono i pellegrini che si avvicinano a lui da tutta Italia e si recano a Sarsina per ricevere la benedizione con la caratteristica “catena” o “collare”.
l Cammino si “ispira” al santo da cui prende il nome: l’escursionismo di per sé richiede fatica, sacrificio, si presta alla meditazione, alla riflessione, avvicina alla pace interiore.
4) Quale ruolo può avere il turismo lento legato all'escursionismo nell'economia e nella valorizzazione dell'entroterra romagnolo?
Il Cammino ben si sposa con la valorizzazione dell’entroterra romagnolo in quanto la fruibilità della rete sentieristica permette un incedere lento, silenzioso e meditativo, supportato dall’accoglienza pellegrina e di numerose strutture a carattere familiare dove i camminatori hanno la possibilità di riposare e rifocillarsi. Ci auguriamo che con l’aumentare del numero di persone che decidono di mettersi in marcia sui bei sentieri del nostro vasto territorio, cresca anche il numero dei servizi a supporto di chi viaggia a piedi, a cavallo, in bicicletta.
5) Specialmente nel periodo successivo al lockdown primaverile abbiamo assistito a un vero e proprio boom dell'escursionismo. Secondo lei, perché oggi si è tornati a sentire l'esigenza di scoprire un territorio camminando? E quali opportunità in questo senso offre il Cammino di San Vicinio?
Dopo tanti mesi costretti in casa, abbiamo riscoperto ancora di più il valore di vivere all’aria aperta. Abbiamo bisogno di sentire il contatto con la natura e con la terra che tanto ha dato alle comunità locali per vivere e sfamare le famiglie numerose. La ricerca dell’essenziale, dell’autenticità delle relazioni, della genuinità di ciò che mangiamo, dello sport all’aperto che rafforza le nostre difese immunitarie, porta inevitabilmente a un approccio interessato, a immergersi in un Cammino che ci estranea della quotidianità con la sicurezza di seguire un percorso segnalato e sicuro.
6) L'Appennino è, come abbiamo detto, un luogo ricco di fascino e di storia, ma anche dal punto di vista culinario esercita una grande attrattiva. Il Cammino di San Vicinio può essere anche un'occasione per gustare i sapori dell'Appennino?
Sicuramente può esserlo. Il Cammino attraversa un territorio vasto e diversificato, dalla pianura, alla colline, fino alle cime più alte del nostro Appennino. Così anche l’offerta culinaria si dimostra ampia e variegata, con la possibilità di degustare funghi, tartufi, castagne, tortelli alla lastra, tagliatelle, piadina e affettati, formaggio di fossa, frutta e verdura e tanto altro, tutto a km zero e tutto innaffiato da un buon sangiovese locale. Insomma, ce n’è per tutti i gusti.